
Eppure chi vuol sopravvivere deve sapersi difendere
14 Dicembre 2018
Sempre uguali: inguaribilmente contro noi stessi
16 Dicembre 2018Abbiamo parlato, nel precedente articolo, delle categorie protette che svolgono un ruolo parassitario nel corpo sociale, depauperandolo e tenendolo costantemente sotto ricatto (inutile dire che non tutte le persone che appartengono a quelle categorie recitano scientemente un tal ruolo, anzi, siamo certi che si tratta di una minoranza). Ci sono poi delle categorie di persone le quali non solo parassitano la nostra società, ma la aggrediscono direttamente e ne predicano la distruzione. Oltre ai terroristi di ogni ordine e grado, appartengono ad essa tutti quegli intellettuali, tutti quei sedicenti artisti, tutti quegli scrittori, tutti quei cantanti e uomini e donne di spettacolo, i quali si fanno pagare per offrire, in cambio, precisamente questo: la predica e l’indottrinamento della nostra distruzione. Si rivolgono specialmente ai giovani e ai giovanissimi e, nel caso dei cantanti rock e rap, non si rivolgono al conscio, ma all’inconscio del pubblico. In un megaconcerto rock, per esempio, il volume intollerabile della musica (intollerabile nel senso tecnico e scientifico del termine: oltre la soglia della tollerabilità fisica) e il ritmo fortemente sincopato, producono uno stato di totale alterazione della coscienza. A ciò si aggiungono l’assunzione di alcolici e, spesso, di sostanze eccitanti o stupefacenti, e il ritmo scatenato della danza, reso ancor più convulso dal roteare dei fasci luminosi in un ambiente chiuso e buio, che produce una forte sensazione d’irrealtà. L’inconscio dei giovani, in quelle condizioni, prende completamente il sopravvento e il messaggio del testo delle canzoni, con il quale li si invita alla trasgressione, all’odio dei genitori, al disprezzo della famiglia e del lavoro, all’irrisione del sacro, e, naturalmente, al più completo disordine sessuale, giunge al cuore della personalità, provocando danni che si manifesteranno solo in seguito, in tempi e modi apparentemente distaccati dall’evento "musicale" al quale i ragazzi hanno partecipato. Nondimeno, è certo che tali eventi sono l’anticamera dell’autodistruzione per quanti rimangono esposti, indifesi, ai loro messaggi radicalmente nichilisti e distruttivi; spesso in quei luoghi si aggirano, come uccelli da preda, satanisti e praticanti della magia nera, i quali sono in cerca adepti, e li trovano fra i giovani frastornati e disancorati dalla realtà. Per alcuni di essi è l’inizio di una vera e propria ossessione diabolica; per tutti, si tratta comunque di un’esperienza fortemente negativa, distruttiva e antieducativa, dalla quale non sortirà nulla di buono, in nessun ambito, neppure in quello strettamente musicale. Anzi, la vera musica, che è armonia, bellezza e proporzione di suoni, qui subisce un orribile stravolgimento ed è così che ai giovani viene insegnato il capovolgimento dei valori, a considerare bello ciò che è brutto, buono ciò che è cattivo, normale ciò che è patologico, e viceversa.
Che cosa dovrebbe fare la società nei confronti dei parassiti, i quali, oltre a sfruttarla, anche e soprattutto sul piano economico (perché quei signori e signorini si fanno pagare fior di quattrini per le loro oscene prestazioni: prendono, in una serata, ciò che un onesto operaio non riesce a guadagnare in quattro mesi di duro lavoro), seminano anche, a piene mani, i bacilli di una malattia mortale: l’odio di sé e la distruzione di tutti i valori sui quali si basa la civile e ordinata convivenza? Evidentemente, dovrebbe trattarli come si fa con i cani idrofobi. Non si può avere compassione per un cane idrofobo; non gli si può permettere di circolar liberamente, perché è altamente pericoloso per la popolazione: bisogna impedirgli di diffondere i germi della sua terribile malattia. Ebbene, la stessa cosa si dovrebbe fare nei confronti di questi soggetti. Non diciamo che andrebbero fisicamente soppressi, come si fa con i cani idrofobi; diciamo che dovrebbero essere messi nelle condizione di non poter nuocere. Per prima cosa, gli "eventi" pseudo culturali e pseudo artistici, che veicolano stili di vita mortiferi, dovrebbero essere aboliti. In secondo luogo, queste persone dovrebbero trovare attorno a sé il vuoto: la loro forza, infatti, viene dal fatto che c’è una domanda, che c’è un pubblico, che c’è una folla di giovani che vanno in delirio per essi, che sono disposti a perdere le ore del sonno e a sopportare logoranti veglie e attese, estate e inverno, e a pagare un biglietto non certo economico, pur di poter assistere alle loro sconce e miserabili esibizioni. Come del resto fanno i ragazzi più grandi, e anche non pochi adulti, i quali rinunciano a una notte di sonno, o dormono in sacco a pelo sul marciapiede, per potersi assicurare, senza dover attendere neanche un giorno, l’ultimo modello di telefonino o di qualsiasi altro oggetto firmato, nei famosi Black Friday, vera e propria celebrazione liturgica della nuova religione del consumismo. È quello il nodo che andrebbe reciso alla radice: il nodo della domanda. Finché i giovani troveranno desiderabili e appassionanti quel genere di passatempi, il problema non sarà mai risolto e dovremo sempre sopportare di avere il nemico in casa, di dover assistere ai suoi spettacoli e ai suoi lauti guadagni, spettacolo già di per sé altamente diseducativo, che rappresenta un ulteriore modello antipedagogico nei confronti dei giovani.
Spettacoli televisivi come Il Grande Fratello e L’isola dei Famosi (ma ce ne sono altri, specialmente nei Paesi anglosassoni, dello stesso tipo, tuttavia, e tuttavia, se possibile, ancora più volgari, pornografici, demenziali), pur essendo, in apparenza, relativamente innocui, veicolano anch’essi un messaggio devastante: che la stupidità, la pigrizia e il narcisismo possano diventare un mestiere, una professione; che possano sostituire l’onesto e coscienzioso lavoro quortidiano; che possano, soprattutto, dare acceso alla fama e guadagnare la popolarità, anche in assenza di qualsiasi vera dote e di qualunque autentico merito. I blogger e gli influencer appartengono alla stessa miserabile categoria: quella dei parassiti sociali che lucrano sulla stupidità del pubblico e, nello stesso tempo, contribuiscono a incretinirlo e a involgarirlo, cioè a renderlo sempre peggiore sia sul piano intellettuale, sia su quello della sensibilità e del gusto. Giungiamo così alla conclusione, semplice in verità, che il nemico numero uno è la stupidità. Finché ci sarà un pubblico talmente stupido da seguire questi personaggi e da appassionarsi per le loro esibizioni, la negatività dei loro messaggi e dei loro stili di vita – anche se non apertamente nichilisti, comunque edonisti, vuoti, parassitari nel senso più profondo della parola — non sarà neppure scalfita. E fino a quando uno di questi miseri personaggi televisivi avrà, sui giovani, un ascendente maggiore ed eserciterà un fascino superiore a qualsiasi cosa possano veder fare, o udire, dai loro genitori, dai loro insegnanti, dai loro educatori, non vi sarà alcuna speranza di riportare la società su delle basi sane. Che fare, nei loro confronti? È praticamente impossibile agire contro quei produttori televisivi e contro quei miseri vip del piccolo schermo; bisogna piuttosto agire cercando di proporre ai giovani stili di vita sani, laboriosi, altruistici; riempiendo il loro vuoto esistenziale con delle proposte costruttive e credibili, basate sull’assunzione delle responsabilità, sulla bellezza di creare una famiglia (una vera famiglia, formata da un uomo, una donna e possibilmente dei bambini, procreati in maniera naturale) e sulla soddisfazione intima che la persona di buoni sentimenti prova nel fare il proprio dovere, nel veder crescere l’opera del proprio lavoro, nel veder concretizzarsi le proprie fatiche in qualche legittimo obiettivo: il traguardo degli studi superiori o della laurea, l’ingresso nel mondo del lavoro, la soddisfazione di mantenersi da sé, la creazione di una piccola impresa o di una piccola attività commerciale, l’educazione dei figli, l’assistenza ai genitori anziani, eccetera. Insomma, bisogna proporre ai giovani degli stili di vita sani, basati sull’onestà e sul lavoro, o sullo studio, o comunque sull’onesta fatica, e far capire che una coscienza pulita è premio a se stessa, e che nessuna soddisfazione può venire dall’esterno, e specialmente dai cosiddetti "amici" dei social network, che sia più grande della consapevolezza di aver svolto bene la propria parte nel mondo, e di poter andare in giro a testa alta.
Un discorso a parte andrebbe fatto per i sedicenti intellettuali, questa mala razza di signorini (o di vecchiotti) petulanti e presuntuosi, che si mettono al servizio del totalitarismo plutocratico ma con l’aria innocente dei verginelli che dicono francamente quello che pensano e che hanno il coraggio di andare controcorrente, anche se, in effetti, sono sempre dalla parte "giusta", cioè dalla parte che ha il controllo pressoché monopolistico dei mezzi d’informazione, della scuola e del’università. Fino a una cinquantina d’anni fa, questi personaggi, eredi fuori tempo massimo dei philosphes illuministi, remavano, effettivamente, contro i poteri costituti, e, pur essendo dei pessimi maestri della gioventù (ricordate Toni Negri e la stagione "bollente" di Scienze Politiche a Padova, e di Sociologia a Trento?), almeno ci mettevano la faccia e rischiavano un po’ di persona; ma oggi, seguitando a dire le stesse cose, a recitare le stesse giaculatorie, chi sa come, si trovano ad avere il pieno appoggio, e ad essere in competa sintonia, con quegli stessi poteri forti: strano, vero? O forse neanche tanto strano: i padroni della finanza internazionale, cioè i padroni del mondo, hanno semplicemente aggiornato il loro discorso, ma si tratta pur sempre di un discorso fittizio, che loro possono permettersi di contraddire da un giorno all’altro, perché avendo il pieno controllo dell’informazione, nessuno verrà a rimproverare loro la contraddizione e il voltafaccia; ed è un discorso fittizio, perché si tratta in ogni caso di gettare del fumo negli occhi dell’opinione pubblica, facendola sentir partecipe, se non protagonista, dei grandi avvenimenti che segnano le trasformazioni politiche e sociali, mentre la sostanza del discorso è blindata, essi soltanto ne hanno le chiavi e mai e poi mai permetteranno alla plebe di ficcarvi il naso. I signori del Bilderberg, i signori della Trilaterale hanno altro da fare che promuovere realmente l’emancipazione dei popoli, i diritti della persona, l’acquisizione di una coscienza più matura da parte di ciascun cittadino, o anche semplicemente una informazione obiettiva e veritiera: la loro agenda prevede un asservimento a tappe forzate del genere umano, asservimento da perseguire sciorinando, per stendere una cortina fumogena, slogan e mantra di segno esattamente opposto a ciò che essi, dietro le quinte, stanno facendo e organizzando. Così, mentre gli utili idioti si danno un gran daffare, con tanto di marce, bivacchi, lettere ai giornali e comitati vari, per salvare i bambini stranieri dalla orribile ingiustizia di dover pagare (non loro, le loro famiglie) due euro in più la mensa scolastica, cosa che viene presentata come la minaccia di lasciarli morir di fame, mentre i bambini italiani si rimpinzano di cibo accanto a loro, i poteri della finanza perseguono felicemente il loro piano di rendere tutti quanti, europei e africani, residenti e immigrati, lavoratori e disoccupati, ugualmente sottomessi e ugualmente rassegnati, in modo da formare un serbatoio semi-gratuito di mano d’opera e da poter fornire, all’occorrenza, anche i volonterosi cittadini pronti e disposti ad agire nel sociale, a battersi per i diritti umani e civili, a prendere le difese dei più deboli, anche se non è molto affatto chiaro chi siano, a questo punto, i più deboli. Utili idioti perché, anche grazie alla loro volonterosa militanza a favore dell’inclusione e contro le discriminazioni, l’invasione africana ed islamica potrà seguitare indisturbata sotto le apparenze di una migrazione spontanea e verrà recepita dall’opinione pubblica come una emergenza umanitaria, cui solo i malvagi e i perfetti egoisti potrebbero negare un po’ di umana comprensione e di solidarietà e accoglienza. Il tutto con la benedizione di Oliviero Toscani e degli United Colors of Benetton, ossia delle multinazionali e della finanza speculativa. E se fossero un po’ meno idioti, a tutti questi volonterosi spunterebbe qualche dubbio nel cranio, vedendo che hanno dalla loro parte tutto l’apparato dell’informazione, tutta la magistratura, gran parte dell’intellighenzia e del mondo politico e istituzionale, ma soprattutto quello che, fino a ieri, era il loro peggiore e più antico nemico: il potere cinico, spietato delle multinazionali e della grande finanza. Come va che ora sono tutto schierati al loro fianco, li incitano, li sobillano, li spingono a moltiplicare il loro impegno? E la Chiesa cattolica, fino a ieri centrale della repressione ideologica e morale, fino a ieri bastione dell’oscurantismo, della reazione e del regresso culturale: come va che ora è diventata il loro principale sponsor e referente, in particolare da quando la mafia di San Gallo ha piazzato sul seggio di San Pietro il signore argentino che viene presentato dai media come il papa più amato dalla gente? Ma no, domande non se ne fanno, dubbi non gliene sorgono: hanno dato definitivamente il cervello all’ammasso. Non vedono alcuna contraddizione fra la chiesa dei poveri, l’accoglienza dei "disperati" e degli "affamati" (quelli che pagano 5.000 dollari ciascuno per i viaggi della speranza), e lo stie di vita dei cardinali sodomiti e stupratori; né fra le magliette rosse da indossare e il Rolex che portano al polso, o l’attico in cui vivono i loro più noti portavoce.
In pratica, però, di quali strumenti si dovrebbe dotare la società, per difendersi dai parassiti e da quanti, guadagnando denaro e popolarità, ne predicano quotidianamente la distruzione ai nostri giovani? Qui il discorso si fa decisamente spinoso, perché una democrazia, per definizione, non può porre limiti o bavagli di tipo ideologico e morale: deve accettare tutto e accogliere tutto. E poiché di essa abbiamo fatto un dogma, ci sembra un prezzo inevitabile da pagare, per godere il bene della libertà. Evidentemente non abbiano riflettuto abbastanza che una tale libertà, la libertà di predicare e praticare l’autodistruzione, non giova ai buoni e agli onesti, ma solamente ai malvagi e ai parassiti…
Fonte dell'immagine in evidenza: Photo by Wallace Chuck from Pexels