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Più grande è la menzogna, più arduo smascherarla

Per dire certe verità, è necessario servirsi della veste letteraria del romanzo? Forse sì, almeno quando si tratta di verità talmente sgradevoli, talmente politicamente scorrette, e nello stesso tempo, talmente ardue da dimostrare e da documentare con i normali criteri scientifici, che una forma di comunicazione di tipo saggistico probabilmente non raggiungerebbe la maggior parte dei potenziali lettori, per non parlare delle beghe giudiziarie che potrebbe scatenare. Perché, quando si fanno i nomi e i cognomi, il potere diventa feroce, e lascia cadere la maschera del pluralismo e della tolleranza. Abbiamo visto tutti la reazione della ex presidente della Camera, Laura Boldrini, di fronte al giornale La gazzetta di Lucca: ha chiesto 250.000 euro di multa per punirlo di aver scritto un articolo assai critico nei confronti delle sue linee politiche (tralasciando il dettaglio che una figura istituzionale come il Presidente della Camera o del Senato non dovrebbe avere una sua linea politica, ma porsi semplicemente quale arbitro e garante della libertà delle istituzioni democratiche, cominciando da quella di cui è presidente). Tuttavia, se si tratta di un romanzo, di un’opera di fantasia, si possono dire molte cose che, altrimenti, non si potrebbero dire, perché si verrebbe immediatamente attaccati, o sul piano giudiziario, con diffide e querele, o sul piano professionale, con la delegittimazione e il discredito riservato a quanti non possono dimostrare interamente la verità e l’esattezza del loro assunto. Ma le prove del fatto che Enrico Mattei è stato assassinato; le prove del fatto che Albino Luciani non è morto di morte naturale; le prove del fatto che i servizi segreti americani, e quelli israeliani, non furono estranei al rapimento e all’uccisione di Ado Moro, e, più in generale, alle drammatiche vicende e agli attentati clamorosi degli anni di piombo, sappiamo bene quanto sia difficile portarle; o, per dir meglio, sappiamo che non arriveranno mai. Questo non impedisce di formulare delle ragionevoli ipotesi e di avanzare delle ricostruzioni di scenari verosimili, anche se scioccanti, come quelli che abbiamo suggerito. 

Ora, la domanda tormentosa che alcuni si fanno, specialmente negli ultimi anni, specialmente studiando le vicende della storia più recente, ma anche quelle dell’economia, della finanza, della cultura, nonché della semplice cronaca, è se molti fatti apparentemente lontanissimi fra loro, e di diversa risonanza e significato, non siano, in realtà, legati da un denominatore comune, da un filo rosso che parte da una radice comune, da un’unica matrice; se non esista, cioè, una regia globale occulta, decisa da pochissimi soggetti, detentori di quasi tutta la ricchezza finanziaria mondiale, i quali si pongono, di fatto, come i padroni nascosti dell’umanità e ne decidono i destini, orchestrando, con la loro disponibilità illimitata di denaro, le linee maestre della politica e dell’economia di ciascuna nazione, facendo in modo da far apparire come spontanei e naturali dei processi e degli eventi che nascono, invece, da una meticolosa preparazione e che sono stati imposti da una sorta di agenda mondiale. In altre parole, una super-dittatura in grado di controllare tutto, governi, istituzioni, ricerca scientifica, indirizzi culturali, al fine di tenere l’umanità il più possibile immersa in uno stato di inconsapevolezza, di passività, di abbrutimento psicologico e morale, per poterla più facilmente manipolare e sfruttare, senza che se ne renda conto. Se un tale governo occulto esiste; se esiste una tale strategia globale, nella forma che abbiamo delineato, allora è evidente che sarà cosa difficilissima provarne l’esistenza, perché essa dispone di quasi tutti gli strumenti per controllare, ingannare e addormentare l’opinione pubblica: e questa difficoltà finisce per essere il fattore decisivo sul quale essa conta per seguitare pressoché indisturbata le sue sporche manovre. Credere che possa esistere una simile congiura mondiale, in un mondo caratterizzato da una informazione sempre più capillare e sempre più istantanea, riesce effettivamente difficile: come si può impedire, ad esempio, che la gente venga a conoscenza di un determinato fatto, quando è altamente probabile che, in qualunque istante e in qualsiasi punto del globo terracqueo, quando un fatto accade, vi sia nelle vicinanze qualche potenziale testimone, ossia qualche persona che si trova lì per caso, ma che, avendo un telefonino, è capace, all’occorrenza, di riprendere ciò che vede accadere, di mettere in linea il filmato e, così, di diffonderlo in tutto il mondo? Eppure, se si riflette, non si tratta di una difficoltà insormontabile per i padroni occulti del mondo. Infatti, essi non si preoccupano più, come un tempo – giacché questa sinarchia esiste da molti anni, addirittura da secoli, anche se è andata sempre più acquistando forza e perfezionando i suoi mezzi e le sue tecniche di controllo e d’intervento – di bloccare la circolazione delle notizie, quanto piuttosto d’inquinarla, di confonderla, di renderla incomprensibile. Mescolare verità e menzogna; diffondere a bella posta fake news per poi poter sostenere che nulla è meritevole di essere creduto, o, addirittura, per invocare provvedimenti legislativi contro la libertà d’informazione; gonfiare al massimo notizie insignificanti e minimizzare notizie di fatti gravissimi; suggerire, pur senza dirlo esplicitamente, ciò che si desidera far credere al pubblico: sono solo alcune delle tecniche mediante le quali è possibile neutralizzare il rischio che le persone, venendo a conoscenza di certi fatti, possano coglierne il reale valore e trarne tutte le necessarie deduzioni. Erano le vecchie, rozze dittature che censuravano le notizie sgradite al regime; ora, nel totalitarismo pseudo democratico che impera, non c’è bisogno di censura, perché si può lasciare che la verità sia conosciuta, basta solo agire sulla sua percezione, e fare in modo che essa non sia riconosciuta, ma che, al contrario, le menzogne siano credute verità, e il gioco è fatto. L’attacco alle Twin Towers del 2001; la guerra preventiva contro l’Iraq nel 2003; le intromissioni dei servizi segreti russi nell’elezione del presidente Trump del 2016, e l‘affaire Skripal con la conseguente crisi diplomatica fra Gran Bretagna e Russia; il presunto attacco con il gas nervino contro i civili a Duma, in Siria, nell’aprile 2018: sono tutti tasselli di uno stesso mosaico, sono tutte informazioni volutamente distorte o false che i mass media di tutto il mondo hanno gettato in pasto all’opinione pubblica, prendendo diligentemente l’imbeccata dalla élite finanziaria mondiale, responsabile della loro costruzione. Essa ha già sperimentato più volte, in passato, la facilità e la redditività di manipolare le notizie per provocare opportune oscillazioni nei listini di borsa: è così che soggetti come George Soros hanno realizzato le loro immense fortune, depredando la società civile del lavoro e dei risparmi di tante persone ignare, e perfino di popoli interi. Dopo aver visto e sperimentato come è facile provocare, attraverso notizie manipolate, una crisi finanziaria o una brusca variazione nelle quotazioni di borsa, l’élite è passata alla fase successiva: manipolare tutte le notizie di rilevante interesse economico, politico, scientifico e cultuale, in modo da assicurarsi un controllo totale su di una umanità inconsapevole della propria sottomissione. Si possono "inventare" malattie, come l’Aids (come mai non se parla più, dopo che se ne è parlato in termini così angosciosi e quassi ossessivi per alcuni anni?) o bloccare innovazioni tecnologiche (il motore elettrico, che danneggerebbe gli interessi delle corporations petrolifere): si può fare praticamente tutto. E più è grossa una menzogna, più è facile farla passare per verità: se a dirla è la tv, la maggior parte della gente finisce per crederci. Ciascuno pensa: se fosse una menzogna, qualcuno lo scoprirebbe, qualcuno lo direbbe. Ma se tutte le televisioni sono controllate dagli uomini della élite?

Scrive Sigismondo Panvini in Geometria del male (Vicenza, Il punto d’incontro, 2008, pp. 122-28):

William Cowper, un anziano sottufficiale dei Servizi Segreti della Marina statunitense, nel suo libro "Behold a pale horse" (Light Technology, 1991 parla del pensiero e della strategia adottai dal Comitato politico del Gruppo Bilderberg, basandosi su un documento programmatico del maggio 1979 in possesso dei Servizi d’Informazione della Marina statunitense e da lui ritrovato nel 1986, dal titolo quanto mai significativo, "Armi silenziose per delle guerre tranquille", un vero manuale per soggiogare il mondo intero attraverso il controllo dell’economia. […] La speculazione finanziaria, il traffico di armi, di organi umani, di materiale tossico e radioattivo, la prostituzione, il commercio delle sostanze stupefacenti […] sono divenute il principale canale d’impiego finanziario di grandi banche mondiali e perfino di governi: essi ebbero  addirittura il compito di riciclare e ripulire gli immensi profitti che da tali attività derivavano. Tale progetto è vivo ancor oggi?  Nel 1954 venne creato dagli stessi finanzieri di sempre e dai medesimo potentati massonici, il Bilderberg Group, i cui progetti vanno al di là dell’ambito puramente economico, fino a un orizzonte "globale" del potere. L’America è attualmente governata in modo occulto  dal Liberal Eastern Establishment, costituito da alcuni dei più ricchi finanzieri americani (Rockefeller, Rtschild, Andrwa, Hammer e molti altri), coadiuvato da dirigenti liberali dei media, da capi dell’esercito e da esponenti di primo piano della cultura e della scienza. […]

Questo gruppo controlla la politica estera americana e domina sia i partiti politici degli Stati Uniti che le più grosse banche e multinazionali. Da sempre ha fornito l’"uomo giusto" alla segreteria di Stato americana, indipendentemente dal fatto che al governo ci fosse un partito piuttosto che un altro. Le più importanti organizzazioni politiche che lo rappresentano  sono il Council on Foreign Relations e la Trilateral Commission.[…] La Commissione Trilaterale è divenuta […] la "summa" dei poteri forti dell’Occidente. Si tratta di un’organizzazione semi-ufficiale sorta nel 1973, che riunisce altissime personalità della finanza e della politica, docenti universitari, esponenti sindacali giornalisti che provengono da Stati Uniti, Europa e Giappone e che da poco si è aperta alla Cina. Il nome rimanda all’idea di  un’azione comune delle élites (ma non elette dal popolo) delle tre grandi aree del mondo industrializzato in vista di un "nuovo ordine": né più né meno che un governo del mondo in seduta permanente. […] In economia la dottrina della Trilateral è la globalizzazione, in politica la scelta è quella neoliberale, non disdegnando però di appoggiare la socialdemocrazia e i partiti socialisti. […] Essa si esprime attraverso l’operato delle due grandi istituzioni che presiedono alla globalizzazione: la Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale. […] La Trilateral ha collocato i suoi uomini nei settori al vertice dei governi occidentali per realizzare i suoi programmi. […] I meccanismi tradizionali dell’assetto democratico repubblicano sono in rapida dissoluzione  e stanno facendo sorgere una nuovissima forma di governo, che maschera una dittatura nelle forme apparenti di una democrazia partecipativa. […] In questa logica va inquadrata la spinta per la creazione di un partito unico mondiale, una oligarchia trasversale, che riunisca in una unica organizzazione politica ex appartenenti a partiti d’ispirazione ideologica diversa, accomunati dalla gestione del potere. Il Mondialismo manda i suoi tecnici a governare le singole nazioni direttamente, senza più sottoporsi al filtro della politica, persino di quella compromessa e corrotta dei regimi partitocratici. Quanto perentori siano gli ordini che giungono dai poteri forti è dimostrato dalla loro veloce e unanime esecuzione. […]

Nei tempi antichi gli uomini del denaro vivevano ai bordi della società, mal sopportati per le loro ruberie e per le loro usure. A partire dalla grandi rivoluzioni Americana e Francese essi hanno rialzato la testa, acquisito potere, condizionato progressivamente tutto e tutti, rimanendo sempre dietro le quinte a manovrare fili. Nella Trilateral si materializza la presenza congiunta della Grande Finanza e di esponenti dell’Internazionale Socialista, sulla base di una strategia, ispirata dai poteri occulti del Mondialismo, che mira a un riassestamento degli schieramenti politici e dei loro programmi. È emblematico, in tal senso, il favore che la Trilateral ha sempre accordato alla sinistra italiana dalla metà degli anni Settanta fino all’appoggio fornito al governo Prodi. Il suo scopo è palese: approvare leggi liberticide sulla famiglia, considerata da distruggere, e sulla transessualità, che invece è da esaltare. Tutto ciò che definitivamente distrugga il "vecchio" ordine sociale è utile per  la creazione di un nuovo ordine mondiale.  Comunque, il passaggio dal vecchio sistema al nuovo non sarà indolore. Esso dovrà necessariamente passare attraverso una nuova fase di grande disordine e di caos totale, che prevede, tra le altre cose, l’annientamento della popolazione eccedentaria. Per questo si sottolinea la necessità di contenere i consumi al fine di proteggere il pianeta dai cambiamenti climatici. Si sta cercando di giustificare le terribili iniziative che sono state progettate da lungo tempo e che stanno per essere condotte a termine. 

Quante cose si possono dire in un romanzo, che altrimenti non sarebbe possibile: cose che ormai sono in diversi a sapere, o a sospettare, ma che l’opinione pubblica si rifiuta di credere, convita che una congiura così grossa sarebbe impossibile. Ma non è ancora finita: e se qualcuno falsificasse la fede religiosa e la Chiesa cattolica? In fondo, sono l’ultimo baluardo della tradizione e dell’idea di una verità assoluta e di una morale non egoistica: tolto quello, l’élite non avrà più ostacoli. Ma c’è una domanda ancor più inquietante da porsi: e se qualcuno lo stesse facendo, o se l’avesse già fatto?

Fonte dell'immagine in evidenza: Foto di Christian Lue su Unsplash

Francesco Lamendola
Francesco Lamendola
Nato a Udine nel 1956, laureato in Materie Letterarie e in Filosofia all'Università di Padova, ha insegnato dapprima nella scuola elementare e poi, per più di trent'anni, nelle scuole medie superiori. Ha pubblicato una decina di libri, fra i quali L'unità dell'essere e Galba, Otone, Vitellio. La crisi romana del 68-69 d.C, e ha collaborato con numerose riviste cartacee e informatiche. In rete sono disponibili più di 6.000 suoi articoli, soprattutto di filosofia. Attualmente collabora con scritti e con video al sito Unione Apostolica Fides et Ratio, in continuità ideale e materiale con il magistero di mons. Antonio Livi.
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