
È vivo solo chi si riconosce nello specchio di Dio
22 Gennaio 2018
In nome di Cristo, non ti è lecito
23 Gennaio 2018Il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della C.E.I. ha perso un’altra buona occasione per tacere. Tipico esponente di una neochiesa che, da anni ormai, ha alzato bandiera bianca su tutti i fronti della dottrina morale cristiana, e che non fiata più nemmeno sui milioni di aborti che vengono praticati nei Paesi cattolici grazie alle legislazioni abortiste volute dalla massoneria, dai radicali e da tanti "cattolici" progressisti e modernisti; che non parla più della dottrina cattolica, ma, in compenso, non tace nemmeno un giorno sul presunto dovere cristiano dell’accoglienza, dove accoglienza significa la pratica dell’auto-invasione quotidiana e il pieno sostegno all’islamizzazione dell’Italia e dell’Europa, ha fatto sentire ben forte la sua voce, in compenso, per una frase di Attilio Fontana, leghista, candidato del centrodestra alla guida della Lombardia, in cui questi diceva che la nostra etnia, la nostra razza bianca e la nostra società rischiano di essere cancellate da un’immigrazione incontrollata. Apriti cielo; tutto l’establishment del politicamente corretto, sia laico che ecclesiastico, si è sdegnato, stracciandosi le vesti e rievocando i fantasmi delle leggi razziali fasciste del 1938; e monsignor Bassetti non ha voluto far mancare il suo prezioso parere, non ha voluto privarci delle sue sagge e illuminanti parole, nella prolusione al Consiglio della Comunità Episcopale, il 21 gennaio 2018:
Bisogna reagire a una cultura della paura che, seppur in taluni casi comprensibile, non può mai tradursi in xenofobia o addirittura evocare discorsi sulla razza che pensavamo fossero sepolti definitivamente. Non è chiudendo che si migliora la situazione del Paese. (…) Ogni cristiano è chiamato ad andare verso di loro con un atteggiamento di comprensione e compassione, (perché siamo) un’unica famiglia umana.
Discorso che, inserendosi nel vivo della campagna elettorale, suona, fra l’altro, come l’ennesima irruzione a gamba tesa nell’ambito della politica italiana, cosa che né la C.E.I., né il papa, né la Chiesa in generale dovrebbero permettersi di fare, e ciò per due ottime ragioni: la prima, perché ciò esorbita dai limiti loro imposti dal Concordato e si configura come un’invasione nella sfera di assoluta competenza della società civile e dello Stato italiano; secondo, perché la politica, in tutti i casi, non riguarda il discorso che il clero deve rivolgere ai fedeli, salvo situazioni assolutamente eccezionali, nelle quali siano minacciati direttamente i valori cristiani essenziali, mentre questo non è sicuramente il caso, semmai lo sarebbero quelli dell’aborto, dell’eutanasia, delle unioni di fatto e dei cosiddetti matrimoni omosessuali, tutti casi nei quali, invece, questi signori si guardano bene dal dire cose sgradite alla società civile e anzi, semmai, lasciano intendere chiaramente di essere più che mai "comprensivi" e disponibili al "dialogo", specialmente se "franco" e "costruttivo", cioè, in parole povere, se inteso come una capitolazione totale della morale cattolica.
Ciò premesso, vediamo perché il discorso del cardiale Bassetti è uno sproloquio insensato e demagogico, privo di senso comune, con l’aggravante di essere propinato ai cattolici italiani come se fosse la voce della Chiesa, mentre è l’espressione di quella neochiesa modernista e bergogliana che ha poco o nulla a che fare con la vera Sposa di Cristo; in poche parole, è una turlupinatura bella e buona, consumata ai danni della buona fede di tante persone semplici, le quali avranno pensato che, venendo dalle labbra di un cardinale, sarà pure un discorso perfettamente cristiano e cattolico, da prendersi come la verità ufficiale che discende dal Vangelo di Gesù. Peraltro, il discorso non ha nulla, assolutamente nulla, di originale, nel senso che ricalca pari, pari, le solite affermazioni del falso papa Bergoglio in materia di migranti, compresa quella, assurda oltre che eretica, che aver paura degli stranieri non è peccato, ma è peccato (e chi lo dice? perché? contro quale dei Dieci Comandamenti?) lasciarsi condizionare da essa nelle scelte pratiche.
Dove la vede, il cardinale Bassetti, la xenofobia degli italiani? E dove vede i "discorsi sulla razza" che gli ricordano cose che lui credeva definitivamente sepolte? Le parole di Attilio Fontana non hanno nulla a che fare con il razzismo: egli non ha parlato in alcun modo di una presunta superiorità razziale degli europei, ha solo ricordato una verità lapalissiana: che, proseguendo, nei prossimi anni, con l’attuale ritmo di migrazione/invasione, e con il differente tasso di natalità degli immigrati rispetto agli italiani, il nostro popolo e la sua stessa cultura spariranno nel giro di poco tempo. Non c’è alcun bisogno di esser razzisti per fare una simile affermazione, basta prendere carta e matita e fare due conti: è matematica. Al neoclero dispiace la matematica? Allora lo dicano e la smettano di evocare fantasmi per nascondere la loro truffa colossale: quella di presentare come una necessità storica, come un dovere cristiano e addirittura, beffardamente, come un vantaggio e una fortuna, per il nostro popolo, il fatto che l’Italia sia presa d’assalto da migliaia e milioni di falsi profughi; assalto che si configura, in tutto e per tutto, tranne che nello spargimento di sangue (almeno per adesso) come una invasione. Se le parole hanno un senso, dicesi invasione una irruzione nel territorio di uno Stato sovrano, alla quale le autorità e la popolazione di quello Stato non possono o non vogliono opporsi, anche per merito di persone come il cardinale Bassetti, le quali predicano il dovere cristiano di farsi auto-invadere. Per quanto riteniamo di conoscere il Vangelo abbastanza bene, non vi abbiamo trovato una sola parola che giustifichi quest’ultima asserzione. Ci dica, il cardinale Bassetti, quando e dove Gesù Cristo, il nostro Signore e Salvatore, ha insegnato che un popolo ha il dovere di lasciarsi invadere, di lasciar invadere la sua terra e le sue città, da masse strabocchevoli di stranieri, provenienti da una cultura e da una religione diverse e antitetiche non assimilabili, bensì antagoniste; di permettere che migliaia e migliaia di stranieri sfaccendarti e malintenzionati, abituati a vivere di delinquenza, tengano in ostaggio i quartieri, le stazioni ferroviarie, le periferie, al punto che le forze dell’ordine non osano neanche farsi vedere in tali zone, e la popolazione italiana, specialmente i soggetti più deboli, completamene alla mercé di simili individui e di simili bande; ce lo dica, e noi staremo zitti.
Non ci venga a parlare, però, della raccomandazione evangelica di dar da mangiare, da bere e da vestire allo straniero, perché Gesù parla chiaramente di un numero limitato di persone; ma se si tratta di milioni, allora è un problema politico, non una questione di morale individuale: nel senso che, se anche qualcuno avesse voglia di cedere la sua casa e i suoi beni ai nuovi arrivati, non avrebbe comunque il diritto di farlo, se ciò mette in pericolo la sicurezza dei suoi vicini e dei suoi concittadini. Siamo una nazione, che ci piaccia o no, e nessuno può fare il generoso all’ingrosso con ciò che è di tutti: a cominciare dai confini dello Stato e dall’esercizio della sua sovranità, che appartengono a tutti gli italiani in solido, e non sono appannaggio o proprietà di alcuno in particolare, nemmeno della Chiesa cattolica (o piuttosto di questa neochiesa massonica che è, in tutto e per tutto, una falsa chiesa e una contro-chiesa). Del resto, se accogliere centinaia di migliaia, e milioni, di africani, quasi tutti di religione islamica, è una grazia del Cielo, perché monsignor Bassetti, monsignor Galantino e il falso papa Bergoglio non se ne prendono un congruo numero, quanto meno simbolicamente, dentro le mura della Città del Vaticano? Perché, per chi non lo sapesse, la Città del Vaticano è cinta da mura; anche se Bergoglio dice sempre che i muri sono un brutta cosa e vanno abbattuti, e non ha esitato a entrare a gamba tesa, pure lui, nelle passate elezioni politiche statunitensi, perché il candidato repubblicano Donald Trump voleva portare a termine il "muro" — in realtà, una barriera di filo spinato, mentre quelle del Vaticano sono vere mura, di pietra, spesse parecchi metri — al confine con il Messico, per proteggere il suo Paese dalla continua invasione di migranti. È troppo comodo predicare agli italiani il dovere di farsi invadere; che si facciano invadere loro, i cardinali della "chiesa dei poveri", come Maradiaga, quello che si fa pagare 35.000 euro al mese per pianificare, promuovere e sponsorizzare l’invasione; quella stessa invasione che piace tanto al falso papa Bergoglio e, nello stesso tempo, guarda un po’ che strana combinazione, al supermiliardario e super squalo della finanza internazionale George Soros, alle cui gentili manovre speculative, nel 1992, l’Italia è stata debitrice di una perdita del 30% sul valore della lira; e lo stesso che ha investito 500 milioni di dollari per acquistare alle o.n.g. una flotta che s’incarica materialmente di portare a buon fine l’invasione.
Ma la parte più delirante del discorso di Bassetti deve ancora venire. Che senso ha una frase come questa: Non è chiudendo che si migliora la situazione del Paese? Che accidenti vuol dire? Se "chiudere" si riferisce al proposito di porre un limite all’invasione dell’Italia, è chiaro che ciò sarebbe un vantaggio, e quindi un miglioramento, per il nostro Paese; oppure il cardinale vuol dire che continuando ad accogliere centinaia di migliaia d’immigrati/invasori, la nostra situazione migliorerà? A quale situazione si riferisce? Se allude a quella economica, a meno di condividere le parole inverosimili di Boeri sulle pensioni, accollarsi queste masse di stranieri, in larga misura disoccupati e delinquenti, è semplicemente una follia; se allude alla situazione sociale, si vede che sua eminenza non ha mai fatto un giro per le città italiane, per le strade dei quartieri periferici, specie di notte, ma anche di giorno: questa immigrazione incontrollata sta creando delle vere e proprie bombe sociali, delle situazioni esplosive, le quali, prima o poi, scoppieranno, e faranno un gran botto. Senza contare il piccolo dettaglio, che a lui, evidentemente, non interessa (strano, poiché credevamo di aver capito che un cardinale della Chiesa cattolica; almeno, veste come tale e si presenta come tale) che l’Italia, in questo modo, si sta rapidamente africanizzando ed islamizzando, e le proiezioni demografiche dicono chiaro e tondo che, conservando il ritmo attuale, il processo diverrà irreversibile nel giro dei prossimi anni.
La conclusione, poi, che ogni cristiano è chiamato ad andare verso di loro con un atteggiamento di comprensione e compassione, è una forzatura morale e un trucco linguistico: una forzatura, perché gli italiani non stanno andando incontro a nessuno, stanno subendo un’invasione, e sono gli stranieri che stanno venendo nel nostro Paese, con la ferma pretesa di avere il diritto di restarci, indipendentemente da come vadano a finire le pratiche, peraltro risibili, per l’accoglimento della domanda di asilo politico o umanitario; un inganno, perché la comprensione e la compassione possono e devono esserci, ma non significano in alcun modo che gli italiani abbiano l’obbligo morale di prendersi in casa propria qualunque ondata migratoria sbarchi sulle loro coste. Stime attendibili parlano d’un trecento milioni di africani pronti a mettersi in movimento per l’Italia nei prossimi anni. Abbiamo dunque il dovere morale di accogliere nel nostro Paese, cioè, volevamo dire, di andare verso di loro, trecento milioni di persone, oltre a tutte quelle che già sono venute qui? Oppure gli italiani, in nome della bontà e della cristiana "accoglienza", non hanno più il diritto di esistere come popolo, come etnia, con la loro cultura e la loro civiltà, e devono rassegnarsi, come ha detto un altro tipico prelato della neochiesa bergogliana, monsignor Perego, arcivescovo di Ferrara-Comacchio, al meticciamento? È per questo, allora, che le parole di Attilio Fontana hanno acquistato, ai sensibili orecchi del cardinale Bassetti — e non ai suoi soltanto, a dire il vero – un suono così sinistro e minaccioso? A tutti i popoli è consentito il diritto di esistere, e solo al popolo italiano ciò viene negato, in nome del dovere di essere "cristiano" alla maniera di Bergoglio, Paglia e Galantino? E non si può usare l’espressione "razza bianca" perché suona offensiva nei confronti delle razze che ci stanno invadendo? È una mancanza di riguardo, oltre che verso George Soros e verso l’emiro del Qatar, grande finanziatore sia dell’invasione, sia del terrorismo islamico, quel terrorismo che secondo il falso papa non esiste, anche verso il presidente turco Erdogan, il quale ha incitato le donne islamiche emigrate in Europa a fare almeno cinque figli per ciascuna, per poter più presto sommergere la nostra razza (ah, scusate, non si può dire; che diremo allora, i nostri popoli europei, speriamo vada bene) e conquistare il nostro continente? Intanto, e per tutti questi anni, silenzio totale sulla strage degli innocenti nascituri: sei milioni di aborti in Italia dal 1978 ad oggi. Su quei sei milioni d’innocenti, neanche una parola; ma su quel bambino annegato durante la traversata del Mediterraneo e portato dalle onde sulla spiaggia, fiumi di parole e, soprattutto, fiumi di lacrime. Si vede che la neochiesa sa indignarsi e commuoversi da un lato solo: quello della razza nera. Silenzio anche sui milioni di cristiani perseguitati, cacciati dalle loro case, minacciati di morte in quegli stessi Paesi di provenienza dei cosiddetti profughi; i quali, se di religione islamica, non desistono neppure sui barconi dalle prepotenze e dalle angherie ai danni dei loro compagni di viaggio cristiani. Ma sia chiaro che Gesù Cristo, oltre a non occuparsi di politica, non ha mai incoraggiato atteggiamenti autolesionistici, tanto meno al livello di popoli interi: non ha mai preteso il suicidio per amore del prossimo. Questa è la cosa peggiore: il travisamento cosciente del Vangelo.
Fonte dell'immagine in evidenza: RAI