
La misura è colma: e adesso, che fare?
15 Novembre 2017
Quel gusto perverso di scandalizzare: perché?
16 Novembre 2017Sono storie di ordinaria follia, ormai. La divorzista, abortista, omosessualista, pro-eutanasia, Emma Bonino, dopo una vita di "battaglie" per i supposti diritti civili, viene invitata da un prete piemontese a parlare, in chiesa, sul tema dell’immigrazione: è lei che spiega ai cattolici, e lo fa in un luogo sacro, quel che essi devono pensare e quel che devono fare in materia; d’altronde perfettamente in linea con il papa Francesco, con monsignor Galantino per la C.E.I. e con il quotidiano L’Avvenire. Nello stesso tempo, nel profondo Veneto ex cattolico, un parroco che aveva organizzato un incontro con Luca Di Tolve e con la scrittrice Silvana De Mari sul tema dell’omosessualità, per spiegare come si possa uscire dalle dark room della società edonista e trasgressiva e come sia possibile correggere le deviazioni sessuali, restituendo la persona alla naturale relazione con l’altro sesso, è costretto a fare marcia indietro e a disdire l’incontro in chiesa, spostandolo in un’altra sede (notizia subito censurata dai media e "sparita", benché fosse uscita sul quotidiano Il Gazzettino di qualche giorno fa). Morale: i cattolici possono offrire le chiese come cassa di risonanza agli esponenti della morale anticristiana, ma non le possono usare per ascoltare la testimonianza di chi parla in nome dei valori cristiani e cattolici. Chi voleva esprimere il proprio dissenso per la presenza della signora Bonino è stato allontanato; chi avrebbe voluto ascoltare le parole della signora De Mari non ha potuto farlo nel luogo stabilito. Le chiese non sono più dei cattolici: sono degli islamici, degli induisti, dei radicali, dei massoni, ma non più dei cattolici. Neanche la morale cattolica appartiene più ai cattolici: bisogna che se ne disfino, altrimenti verranno cacciati a pedate dalla loro stessa Chiesa. Così è accaduto, in Belgio, al professor Mercier, che ha osato definire l’aborto una forma di omicidio: e lo aveva fatto all’interno di una scuola cattolica. I vescovi di quel Paese non solo l’hanno scaricato, lo hanno anche pesantemente criticato, mentre il preside provvedeva a licenziarlo. Morale: i cattolici non possono più esporre la morale cattolica, nemmeno in casa loro, nelle loro scuole private, ai ragazzi delle famiglie cattoliche. Nelle scuole cattoliche deve regnare l’ideologia laicista, radicale e anticristiana; e così nelle chiese. Ma allora a che servono le scuole cattoliche, e cosa sono diventate le chiese cattoliche, se né le une, né le altre, possono assolvere al loro scopo naturale?
Nemmeno la stampa e la televisione sono più dei cattolici, anche se di nome parrebbero cattoliche. Il cattolico L’Avvenire è uscito con la prima pagina che era tutta un uno spot elettorale per l’approvazione della legge sullo ius soli, attualmente ferma in Parlamento. Cioè: lo sesso giornale che non considera affatto una priorità parlare dell’aborto, o della fecondazione eterologa, o dell’ideologia gender, ritiene cosa giusta e doverosa imporre ai suoi lettori una privata opinione politica, che nulla ha a che fare con l’etica cristiana e con il Vangelo, e lo fa in perfetta malafede, cioè sapendo benissimo di spaccare le coscienze dei cattolici, i quali, sulla legge in questione, non la pensano affatto in maniera uniforme, e non è neppure necessario che lo facciano, dato che non si tratta, appunto, di una questione etica, ma politica, e tanto meno di una questione di etica cristiana. Le cose non vanno meglio con le televisioni "cattoliche", le quali non hanno parlato, per quanto possibile, del milione di cattolici polacchi che hanno recitato il Rosario ai confini del loro Paese, per proteggerlo, con l’aiuto della Vergine Maria, dalla perdita della sua identità cattolica; così come hanno tranquillamente taciuto sulla manifestazione che ha coinvolto un milione di cattolici dell’Ecuador, i quali hanno proclamato il valore irrinunciabile della famiglia cristiana, contro l’aberrazione delle cosiddette famiglie "arcobaleno". Silenzio anche sulla dedicazione della Nigeria al Cuore Immacolato di Maria, da parte della chiesa cattolica e dei fedeli di quel Paese, silenzio anche sul "miracolo del Sole" che ha ricordato a molti quello di Fatima di un secolo fa (1917).
Conclusione: i cattolici hanno il diritto di essere informati, dai loro stessi organi di stampa e dalle loro sesse televisioni, solo nel senso desiderato dal clero modernista della neochiesa progressista e massonica; devono essere influenzati in senso favorevole all’immigrazionismo e al tendenze anticristiane e anticattoliche, portate avanti e finanziate dai poteri finanziari mondiali; non devono sapere che milioni di cattolici la pensano in tutt’altro modo, che vogliono rimanere cattolici e manifestare la loro fede cattolica, i loro valori cattolici e la loro morale cattolica; non devono sapere che una parte consistente della Chiesa è contraria alla svolta modernista e progressista e si batte per difendere la famiglia, la libertà e l’identità stessa della Chiesa e del modo di essere, di vivere, di sentire, di pensare e di agire dei cattolici. E di ciò dobbiamo ringraziare i Galantino i Paglia, i Perego, i Tarquinio, e naturalmente, inutile girarci intorno, il papa Francesco, che è il motore e l’anima di questa manovra. Una manovra il cui scopo è traghettare un miliardo e mezzo di cattolici verso una fede che non è più la fede cattolica, una messa che non è più il Sacrificio eucaristico, una morale che non è più quella del Vangelo: cioè, tanto per esser chiari, verso l’apostasia. Perché, se qualche anima bella – e noi ne conosciamo diverse – non l’avesse ancora capito, o non avesse voluto farsene una ragione, la posta in gioco è questa: se i cattolici potranno rimanere cattolici o se un mattino si sveglieranno e sapranno di non essere più tali.
Molti accenni sono già stati fatti, anche in maniera esplicita, dal clero modernista ed apostatico; molti segnali sono già stati dati: per esempio, quando il papa ha affermato che è sufficiente basarsi sulla propria coscienza; che, sulla predestinazione, Lutero aveva ragione; che Dio non è cattolico; oppure quando il generale dei gesuiti, Sosa Abascal, ha dichiarato che nessuno sa cosa disse realmente Gesù Cristo, perché ai suoi tempi non c’era il registratore, o quando ha detto che il diavolo non esiste, e che si ratta solo di un’immagine simbolica; o quando monsignor Paglia ha tenuto un discorso iperbolicamente elogiativo del defunto Marco Pannella, da lui chiamato uomo di altissima spiritualità, che tutti dovrebbero prendere a modello. A volte sono stati segnali di secondaria importanza, e tuttavia eloquenti: che c’entra il disegnatore Sergio Staino, penna storica dell’estrema sinistra marxista, nonché ateo dichiarato e militante, addirittura presidente onorario dell’UAAR, Unione degli Atei e Agnostici Razionalisti, che c’entra costui con il quotidiano d.o.c. dei cattolici, L’Avvenire? Che c’entra il Gesù da lui disegnato, che pare un morto di sonno, un povero "sfigato", tutto, tranne che Dio, che c’entra un simile Gesù con il Gesù Cristo in cui credono i cattolici, per i quali Egli è il Verbo divino incarnato, e che disse di sé: Io sono la via, la verità e la vita? Lo saprà Marco Tarquinio, il direttore del giornale; ma i cattolici non solo non lo capiscono, ma ne sono turbati, angustiati, scandalizzati. É un segnale, meno clamoroso di altri, ma pur sempre un segnale: è come dire ai cattolici: guardate che dovete aggiornarvi, che dovete cambiare, che dovette essere meno cattolici, più aperti, più "dialoganti", dovete valorizzare l’altro, dovete abbracciare i non cattolici, e anche i nemici della Chiesa e del Vangelo, i nemici della morale cattolica.
Altre volte i segnali sono stati ben più forti, e non solo nell’ambito della parola, ma anche nella sfera dei fatti: che cosa hanno commesso di tanto grave, di tanto terribile, di tanto imperdonabile e persino d’indicibile, i Francescani e le Francescane dell’Immacolata, per essere commissariati e praticamente imprigionati, e questo fin dai primi mesi del pontificato di Bergoglio? Nessuno lo sa, di preciso. Le accuse, tardive di mezzo secolo, che si sono abbattute sul loro fondatore, padre Stefano Mannelli, non convincono; del resto, non c’è stata alcuna inchiesta, alcun procedimento, al giudizio. Eppure tutto questo è avvenuto, ed è avvenuto nel complice silenzio del mondo cattolico. I Tarquinio, i Paglia, i Galantino, i Bianchi, i Melloni, i Cardini, si son guardati bene dal porre domande, dal chiedere al papa di fare chiarezza. Sarebbe stato doveroso: questo silenzio, questa omertà, questo far finta di nulla, mentre una congregazione religiosa fiorente, che aveva attirato uomini e donne entusiasti di servire Cristo e la Madonna, ricevono un trattamento poco migliore di quello che si potrebbe riservare a dei delinquenti, hanno un che di sinistro: sanno di dittatura, di totalitarismo. Il papa misericordioso non si perita di agire con inaudita durezza verso i figli migliori della Chiesa cattolica; e intanto invita a Messa i musulmani, elogia i radicali, nega che gli ebrei abbiano bisogno di convertirsi, dichiara la signora Bonino "una grande italiana": lei, la storica portabandiera del divorzio, dell’aborto, dell’eutanasia, delle unioni civili, dei matrimoni omosessuali, dell’utero in affitto, della droga libera, eccetera.
Un momento, a questo punto anche il più fiducioso, il più ottimista, il più obbediente, il più sprovveduto cattolico, incomincia a farsi qualche domanda: ma come è possibile? Emma Bonino sì, e i Francescani dell’Immacolata no? Marco Pannella sì, e il professor Léonard no? Eugenio Scalfari sì, e Silvana De Mari no? Don Lorenzo Milani sì, e don Alessandro Minutella no? Lo ius soli sì, e la condanna dell’aborto no? Ma chi è fuori e chi è dentro alla Chiesa cattolica, a questo punto? E c’è ancora una dottrina cattolica? Pare di no, visto che il papa in persona l’ha sminuita e denigrata, definendola una cosa cattiva se essa crea divisioni: ma è inevitabile che le crei; tutte le dottrine lo fanno. E padre Sosa, il quale ha dichiarato di non amare questa parola? Del resto, come aspettarsi qualcosa di diverso, da un papa che dice che Lutero aveva ragione sulla predestinazione? E cosa pensare di quei foglietti della santa Messa festiva, nei quali campeggia il ritratto (idealizzato) di Lutero, e si dice che il protestantesimo ha portato anche ai cattolici dei generosi doni spirituali? Ma quali doni? E chi lo dice? Ma quando mai? La Chiesa cattolica insegna il contrario: che Lutero aveva torto su tutta la linea; e, del resto, perfino gli storici d’impostazione laica riconoscono onestamente che lo scopo di Lutero non era affatto quello di migliorare la Chiesa, ma di distruggerla; e che lo scopo dei suoi seguaci, dei principi tedeschi soprattutto, era quello d’incamerare i beni della Chiesa. Uno scopo di saccheggio, puramente e semplicemente. Lutero negava il libero arbitrio. Allora bisognerebbe chiedere al papa Francesco: la dottrina cattolica è cambiata? La dottrina cattolica non riconosce più il libero arbitrio? Perché, se è così, deve essere accaduto di notte, mentre i buoni cattolici stavano dormendo: si sono svegliati la mattina, e hanno "scoperto" che il libero arbitrio non c’è più, o forse che non c’è mai stato. Chi lo ha deciso? Quando? Dove? Nessuno può decidere una cosa simile, per il semplice fatto che la Chiesa non è padrona della dottrina; la Chiesa è la Sposa di Cristo, e il primo dovere della Sposa è la fedeltà. La Chiesa non può permettersi di cambiar neppure una virgola della divina Rivelazione: e la Rivelazione, per la Chiesa cattolica, poggia sulle due basi incrollabili della Tradizione e della Scrittura. Non è questione di opinioni. Chi non è d’accordo su questo principio, non è cattolico: è un’altra cosa. Ma se pretende di essere considerato cattolico, allora è un eretico; e se pretende di essere papa, è un papa eretico e apostatico.
Certo, questo è un concetto terribile: nessun cattolico onesto e timorato di Dio avrebbe mai voluto dover giungere a tali conclusioni. Non noi, che, per più di tre anni, pur osservando, con crescente disagio, sofferenza, costernazione, quel che il papa diceva e faceva, ci siamo auto-censurati, sperando d’ingannarci e preferendo dare torto al nostro giudizio, al nostro buon senso, all’evidenza dei fatti, insomma al mondo intero, piuttosto che al pontefice. Ma poi la cosa è divenuta talmente evidente, clamorosa, intollerabile, che negarla si è fatto letteralmente impossibile. Giorno dopo giorno, costui sta demolendo la dottrina, la morale, la Chiesa cattolica. Non si può tacere, non si può essere neutrali; nemmeno per carità di patria. Chi ama veramente la Chiesa, tace le sue magagne, finché queste sono rimediabili; ma quando si profila il disastro totale, irreparabile, il naufragio della Chiesa e la perdita delle anime, allora nessuno può tacere, nessuno può trattenersi per un malinteso senso di obbedienza e di rispetto. Il soldato semplice deve rispetto e obbedienza al generale; ma se il generale sta palesemente favorendo la vittoria del nemico e sta deliberatamente, fraudolentemente mandando il proprio esercito verso la disfatta, allora anche il soldato semplice ha il diritto di ribellarsi. Non solo il diritto: anche il dovere. Perché l’esercito non esiste per la gloria dei generali, ma per il bene e la difesa della Patria; e la Chiesa non esiste per la gloria del pontefice, anche se questo pontefice si mostra particolarmente bramoso di gloria, di applausi, di lodi, tanto che non si direbbe mai sazio di riceverne; ma esiste per custodire la Verità della fede cattolica. Perché, come dice il filosofo Jean Guitton, dispiace per gli altri, ma Dio è cattolico. Anche se Bergoglio la pensa diversamente.
Del resto, che la pensi diversamente è un problema suo, non nostro. È lui a porsi fuori della Chiesa cattolica. Mi meraviglio — dice san Paolo ai Galati – che così presto voi passiate da Colui che vi ha chiamati mediante la grazia di Cristo, a un altro vangelo. Ché poi non c’è un altro vangelo; però ci sono alcuni che vi turbano e vogliono sovvertire il vangelo di Cristo. Ma anche se noi o un Angelo del cielo vi annunciasse un Vangelo diverso da quello che vi abbiamo annunciato, sia anatema…
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