
L’uomo è chiamato ad agire, la donna ad essere: così i due sessi si completano a vicenda
27 Agosto 2015
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29 Agosto 2015Il caso di Eluana fu la nuova breccia di Porta Pia per l’irruzione del relativismo gnostico?

Sarà capitato a molti, in questi ultimi anni, di imbattersi, su un canale televisivo o su un altro, nel volto e nelle parole di Beppino Englaro, il padre di Eluana; e sentirgli ripetere, con sempre uguale insistenza e martellante assiduità, le stesse cose che diceva allora: il diritto sacrosanto, per ogni essere umano, di decidere il momento in cui smettere di lottare per sopravvivere e lasciarsi morire; cioè, in pratica, in cui chiedere ai medici di lasciarlo morire.
Egli non considera affatto conclusa la sua battaglia; dopo aver ottenuto che Eluana fosse lasciata morire (di fame, per la precisione), continua a spendersi e a battersi, con tutte le sue forze, affinché un eguale "diritto" sia consentito a ciascuno, magari — come è accaduto nel suo caso — per interposta persona. Perché, vale la pena di ricordarlo, non esisteva alcun documento nel quale la povera Eluana avesse espresso la propria volontà di esser lasciata morire, nel caso si fosse trovata nelle condizioni in cui effettivamente venne a trovarsi, dopo un terribile incidente avvenuto sulle piste di sci, ossia in stato di coma vegetativo: la decisione finale è stata presa per volontà del padre, il quale ha sempre detto di esprimere quella che sarebbe stata la volontà della figlia. Tuttavia, ammesso e non concesso che la ragazza, in maniera del tutto ipotetica, abbia detto, un giorno, parlando con suo padre, che, se avesse subito un incidente gravissimo, tale da ridurla in stato vegetativo, avrebbe preferito morire, resta la domanda se sia lecito che ad esercitare la volontà di lasciar morire qualcuno possa essere un’altra persona, e sia pure un parente di primo grado.
Il caso di Eluana, a suo tempo, ci aveva colpito moltissimo, tanto che vi dedicammo tre articoli, in rapida successione: «Eluana, ultimo atto», pubblicato sul sito di Arianna Editrice in data 08/02/2009); «Requiem per una società che insegue una cultura non di vita, ma di morte», in data 10/02/2009; e «Doveva essere una fine dolce e assistita: ma Eluana, in quella stanza, è morta tutta sola», in data 12/02/2009), proprio perché vi scorgemmo subito il segno di una svolta non solo giuridica e morale, ma anche e soprattutto, diciamo così, antropologica: la vittoria di una tendenza necrofila che non osa mostrarsi con il suo vero volto, ma si traveste da umanitarismo e da volontarismo etico; nondimeno, per rispetto al dramma umano che in esso si stava consumando, abbiamo cercato, per quanto possibile, di evitare il sopravvento della emotività e di mantenere la riflessione su di un piano lucido e razionale.
Ora, vedere in continuazione papà Englaro pontificare alla televisione per asserire e ribadire il "diritto" alla fine della vita, e intuire, pur senza vederle, dietro di lui, le forze potenti, potentissime, che da molto tempo stanno lavorando per il trionfo di una cultura di morte, basata sul presupposto illuminista e radicale che ciascun uomo è perfettamente capace di elaborare una sua propria tavola dei valori, e che allo Stato non spetta altro compito se non quello di assecondare, democraticamente, la volontà di tutti e di ciascuno, senza mai interferire nel merito, ma, semmai, solo stabilendo delle regole sul metodo, ora, dicevamo, tutto questo ci ricorda che la battaglia è ancora in pieno svolgimento e che, se la cultura di morte continua a sviluppare la sua tenebrosa offensiva, ciò significa che essa sente di non averla ancora vinta interamente; e questo ci ridà un minimo di speranza che valga ancora la pena di adoperarsi affinché essa non giunga in porto e non riesca a stravolgere irreparabilmente, non diciamo la legge cristiana dell’amore, che è, dopotutto, cosa che riguarda la libertà di coscienza di ogni persona, ma la legge naturale inscritta nel cuore di ogni essere umano, per il solo fatto di esistere in quanto uomo (o donna), e non animale.
Ha scritto Angela Pellicciari nel suo libro «La gnosi al potere. Perché la storia sembra una congiura contro la verità» (Verona, Edizioni Fede & Cultura, 2014, pp. 230-233):
«"Più che di per sé (di persone ne muoiono tante, anche in situazioni ben peggiori) il caso di Eluana è importante per il suo significato simbolico. Da questo punto di vista è l’analogo del caso creatosi con la breccia di Porta Pia attraverso cui il 20 settembre 1870 i bersaglieri entrarono nella Roma papalina." Così scrive in il professore di bioetica Maurizio Mori in un libro pubblicato di recente con la prefazione di Beppino Englaro. Cosa c’entra Eluana col Risorgimento? C’entra. E molto Come nel 1861 trionfano quanti pensano che gli italiani, per essere civili, debbano smettere di essere cattolici, così ora, auspica Mori, è stata aperta una breccia che provocherà "il cambiamento della "idea di vita e di morte ricevuta dalla cultura millenaria[…] per affermarne una nuova da costruire. Nel Risorgimento trionfa il pensiero liberal-massonico nemico della Rivelazione e del Magistero, come oggi, così afferma il direttore di "Avvenire" Dino Boffo, intervistato il 4 marzo su "Il Foglio" di Nicoletta Tiliacos, vince papà Englaro sostenuto nella sua battaglia da "una cupola di indole massonica, che ha messo in campo una solidarietà formidabile, cementata in modo trasversale, capace di superare qualsiasi appartenenza politica, di categoria, di professione" [22 marzo 2009]. Che cosa accomuna il Risorgimento al caso Englaro? La volontà gnostica di cambiare la realtà (la massoneria è una forma di gnosi). Si definiscono gnostico coloro che ritengono di incarnare l’avanguardia morale e intellettuale dell’umanità. Gnostico, alla lettera, è colui che conosce, colui che sa. Gli gnostici sono convinti che loro spetti il compito di illuminare gli ignoranti (cioè quasi tutti) sulla direzione di marcia della storia. Certi di essere i migliori, hanno la convinzione che il loro sia un pensiero scientifico, capace di indicare con sicurezza in quale direzione l’umanità debba procedere per marciare spedita verso il progresso.
Nemico del limite, che nega per principio, convinto di essere in grado di definire che cosa è bene e che cosa è male, il pensiero gnostico è all’origine delle immani catastrofi che hanno caratterizzato l’epoca moderna. Si va dalla Rivoluzione francese che vuole fare nuove tutte le cose ricorrendo al terrore, alla carneficina che Napoleone esporta in tutta Europa. La gnosi non si ferma mai. Non ammette i propri errori. Non ammette che la negazione del limite e della legge naturale portino con sé inevitabilmente la distruzione di tutto ciò che è umano. Dopo il disastro dell’Illuminismo invece di tornare a Dio, si passa a una nuova forma d’idolatria e ci si rifugia nell’intimità dl Romanticismo. Tempo qualche decennio e si torna a progettare alla grande lo Stato, definito ""etico": è la svolta del Liberalismo. Tanto per fare un esempio, è in nome della scienza che Cavour decreta la morte per legge degli ordini religiosi. Il progresso incarnato dal liberalismo, spacciato per scientifico, costa agli italiani, ridotti in miseria, un’emigrazione di massa. Nel Novecento arriva l’epoca del totalitarismo, propagandato ancora una volta in nome della scienza. Comunismo e nazismo sono due visioni del mondo che ritengono di essere scientifiche: l’uno crede nel socialismo, definito scientifico, di matrice marxista, l’altro nella scientifica dottrina della razza.
Ridotto il mondo in rovine, la gnosi vira ancora una volta passando dall’idolatria dello Stato a quella dei desideri individuali. E così, in nome della scienza, si è arrivati a negare l’evidenza: l’umanità non sarebbe più biologicamente divisa in due sessi, ma culturalmente caratterizzata da cinque generi, tra cui i bambini devono imparare a orientarsi per scegliere quello a essi più congeniale. E così il Parlamento europeo è stato capace di condannare la Santa Sede ben 30 volte: per violazione dei diritti umani. Quei diritti che gli gnostici ritengono di essere gli unici a conoscere e definire. E così il Preambolo della Carta europea dei Diritti specifica che compito dell’Unione è: "rafforzare i diritti fondamentali alla luce dell’evoluzione della società, del progresso sociale e degli sviluppi scientifici e tecnologici". Diritti intesi a partire dagli "sviluppi scientifici e tecnologici!" Diritti relativizzati, cangianti da epoca a epoca, da ideologia a ideologia, che garantiscono solo quelli che li vanno codificando, beninteso in nome della tecno scienza. I diritti umani , al contrario, ricorda Ratzinger all’ONU nell’aprile del 2008, "sono basati sulla legge naturale inscritta nel cuore dell’uomo. […] Rimuovere i diritti umani da questo contesto significherebbe restringere il loro ambito e cedere ad una concezione relativistica, secondo la quale il significato e l’interpretazione dei diritti potrebbero variare e la loro universalità verrebbe negata in nome di contesti cukturali, politici, sociali e persino religiosi differenti.
Tornando a Eluana e al libro di Mori: questi si ripromette di fa trionfare una muova concezione della vitae della morte. Il bioeticista pensa che sia ora di farla finita con la concezione sacrale della vita: "Come Porta Pia è importante non tanto come azione militare quanto come atto simbolico che ha posto fine al potere temporale dei papi e alla concezione sacrale del potere politico, così il caso Eluana apre una breccia che pone fine al potere (medico e religioso)sui corpi della persone e (soprattutto) alla concezione sacrale della vita umana. […]»
Il punto, infatti, è proprio questo: chi di relativismo ferisce, di relativismo è destinato a perire. Negando l’esistenza di una legge morale naturale, gli gnostici — come li chiama, non senza ragione, Angela Pellicciari — sono costretti ad inseguire la cultura del momento, le sensazioni del momento, i sondaggi d’opinione: troppo poco, per fondare una nuova etica. Costoro proclamano che è moralmente giusto ciò che appare tale, qui e ora, alla luce del progresso scientifico e tecnologico. Ma questo è assurdo: il progresso, per definizione, avanza continuamente; dunque, l’etica sarà costretta a girare anch’essa, sempre più vorticosamente, come una banderuola. Anzi, poiché il progresso tecno-scientifico ha preso un ritmo incalzante, frenetico, fantascientifico, l’etica sarà condannata ad arrivare sempre in ritardo: e neppure i campioni della bioetica più rigorosa e, appunto, "scientifica", riusciranno a tenerne il passo. Dunque, ad essi finirà per accadere ciò che sta accadendo, oggi, a quanti sostengono ancora la bontà e la verità di un’etica naturale, inscritta nel cuore di ogni essere umano, anteriormente e indipendentemente dalle differenze di razza, cultura, religione. Anch’essi diventeranno dei retrogradi, e le loro "buone battaglie" diverranno battaglie di retroguardia, o peggio, delle battaglie "reazionarie" e "oscurantiste".
Del resto, è sempre stato così: i rivoluzionari sono stati sempre scavalcati a sinistra dai loro emuli e dai loro epigoni. I Danton, che predicano la salute pubblica mediante le decapitazioni, sono sempre finiti decapitati, per avere incontrato dei Robespierre, più coerenti e conseguenti di loro. E questi ultimi, a loro volta, han finito per subire il medesimo destino. Fin a quando il pendolo si arresta per un momento, sembra sospeso in bilico… poi riprende il suo movimento, stavolta in senso inverso: e avanti così, rivoluzione dopo rivoluzione, sempre all’inseguimento dell’"uomo nuovo", della società perfetta: quella costruita interamente sul modello razionale e scientifico più avanzato. Dalla famigerata «Città del Sole», autentica prova generale dell’universo concentrazionario moderno, fino agli orrori del Novecento, non più letterari e filosofici, stavolta, ma sempre più concreti e reali…
Oggi papà Englaro esige l’autodecisione "responsabile" per la fine della propria vita; domani qualche esponente più avanzato e più "illuminato" della cultura gnostica e radicale pretenderà tale autodecisione per tutti, minorenni compresi, sostenendo che si tratta di un diritto irrinunciabile, proprio di qualsiasi essere umano (diritto, peraltro, che già oggi è negato a decine di milioni di nascituri, e proprio per opera di quegli stessi signori che sono pronti a scandalizzarsi e stracciarsi le veste davanti al più piccolo abuso di potere da parte del forte ai danni del debole). Verrà poi una terza generazione di "illuminati" e di sostenitori di più ampi "diritti civili", i quali sosterranno il diritto a decidere la fine della vita non solo per sé, ma anche per i propri cari (come, del resto, è già accaduto, precisamente nel caso di Eluana Englaro; e senza una parola di ringraziamento per quelle suore le quali, durante la sua lunhissima degenza, se ne sono prese cura, tanto amorevolmente quanto silenziosamente, lontane da qualunque schiamazzo mediatico).
Il fatto è che, se alcuni uomini si autoproclamano più "avanzati " e "sapienti" (gnostici, appunto) della umanità comune, non c’è limite a quel che potrebbero imporre, e con tutti i crismi della legge e delle istituzioni. Sarà — come, in parte, lo sta già diventando — la più mostruosa e arrogante forma di totalitarismo che la storia umana abbia mai visto. Perché tutti i totalitarismi, finora, si sono limitati ad imporre le loro pretese in ciò che aveva attinenza con la sfera della vita pubblica, e, in particolare, con la sicurezza e la grandezza dello Stato; ma il totalitarismo gnostico e scientifico-tecnologico odierno vorrebbe imporre qualcosa di inaudito: niente di meno che un trapianto di anime e una auto-divinizzazione dell’uomo. Rinnovando, ancora e sempre, il peccato di Adamo…
Fonte dell'immagine in evidenza: iLexx